Malignani, Arturo nacque a Udine il 4 marzo 1865. Il padre Giuseppe, originario di Torreano di Cividale, lavorò come fotografo e pittore a Udine. Dal secondo matrimonio con Carolina Ruggeri, nacque Arturo.L’attività del padre, titolare di un laboratorio di fotografia fu il primo stimolo per il giovane Malignani.
L’inventore italiano , fu il primo ad adoperare il fosforo come getter per perfezionare e mantenere il vuoto nelle lampadine elettriche, e a costruire una pompa per fare il vuoto contemporaneamente in molte lampadine. Fu anche uno dei promotori dell’utilizzazione delle forze idriche del Friuli. Cavaliere del lavoro dal 1904.con la sua più celebre invenzione, il «processo per perfezionare il vuoto nelle lampade ad incandescenza», venduta personalmente a T.A. Edison nel 1895, ha cambiato il corso della storia ed ha ‘acceso’ il mondo che fin da bambino si cimentò negli esperimenti chimici e ottici, nella lavorazione del vetro e naturalmente nella fotografia. In seguito alla morte del padre (1868) la sua formazione passò sotto la guida della sorella Adele, che divenne un insostituibile punto di riferimento. Erano questi gli anni durante i quali iniziava a diffondersi in Italia ed in Europa la Seconda Rivoluzione Industriale, che portò come conseguenza l’utilizzo dell’energia elettrica. La stessa città di Udine aveva istituito nel 1878 una commissione incaricata di studiare il problema dell’illuminazione pubblica cittadina e, nel 1882, Arturo poté assistere ad uno fra i primi esperimenti della Edison italiana. Durato all’incirca una decina di giorni, colpì talmente profondamente la sua immaginazione, che stava tra l’altro per conseguire presso il regio Istituto tecnico di Udine la licenza in fisica e matematica. Un secondo esperimento, eseguito questa volta dalla Siemens di Berlino, venne compiuto nell’agosto del 1883, in occasione del cambio di denominazione della piazza Contarena in piazza Vittorio Emanuele II e dell’inaugurazione del monumento equestre a Vittorio Emanuele
Sul colle del Castello possiamo notare quella che fu l’abitazione dell’inventore friulano Arturo Malignani, appassionato di fotografia, geologia, meteorologia. Egli, mentre era ancora studente del Politecnico di Milano, si appassionò di elettricità, ed in particolare della tecnologia che stava dietro la lampada ad incandescenza. Una volta rientrato a Udine, lasciò il laboratorio fotografico ereditato dal padre in gestione ad una persona di fiducia, dedicandosi agli studi ed agli esperimenti sulla lampadina. Così facendo egli risolse passo dopo passo i difetti che affliggevano la lampadina di Edison. Nel 1888, sicuro del proprio prodotto, vinse l’appalto comunale per l’illuminazione pubblica facendo di Udine la terza città in Europa illuminata elettricamente. Edison, venuto a conoscenza della cosa, chiamò l’inventore friulano negli Stati Uniti dove, dopo una serie di esperimenti condotti assieme ed i cui risultati lo convinsero pienamente, acquisì il brevetto nel 1896. Egli divenne così produttore di lampadine e fondò la società elettrica che forniva energia a gran parte della città e dei dintorni, realizzando centrali elettriche che sfruttavano i salti d’acqua dei canali artificiali cittadini.
Proclamato Cavaliere del Lavoro nel 1904, Malignani morì nel 1939 dopo una vita di successi che hanno permesso il progresso dell’intera società moderna e contemporanea.
LA LAMPADINA BREVETTATA ANCORA PRIMA DI EDISON – Era il 1894 quando Arturo Malignani brevettò per la prima volta un impianto per creare il vuoto nel bulbo della lampada, un sistema che riteneva non necessario. Credeva infatti che all’estero Edison e gli altri avessero già fatto di meglio. Ma non era così. Due anni più tardi, era il 1896, grazie all’intermediazione della Edison italiana, il brevetto, denominato “metodo per la produzione del vuoto chimico industriale della lampada ad incandescenza“, venne ceduto alla casa madre statunitense. Malignani diventò l’uomo più ricco di Udine. Ed è proprio grazie al suo genio che già nel 1888 Udine divenne la terza città in Europa con l’illuminazione elettrica, dopo Milano e Londra. Le lampadine di Malignani erano le migliori (durata di 800 ore contro le 100 scarse di quelle fino ad allora prodotte) e quelle con il costo inferiore.
ALL’AVANGUARDIA NELL’ENERGIA IDROELETTRICA – Malignani non si fermò all’elettricità. Il suo intuito fu innovatore anche nell’energia idroelettrica. In una terra come il Friuli, caratterizzata da corsi d’acqua discontinui, era complicato sfruttarli come fonte di energia stabile e costante. Per questo tra il 1897 e il 1900 lo scienziato fece costruire la diga di Crosis allo scopo di alimentare la centralina elettrica del cascamificio di Bulfons. Più tardi, fra il 1906 e il 1907 fece erigere la centrale idroelettrica a Vedronza che sfruttava le acque del torrente Torre (distrutta dal terremoto del 1976). Una struttura che permise di fornire a Udine dell’elettricità necessaria per le industrie, per l’illuminazione pubblica, ma anche privata, e per l’elettrificazione del sistema tranviario cittadino (per l’epoca altra opera antesignana). Ancor prima, nel 1891, inventò anche un’opera più che mai attuale, l’automobile elettrica. Utilizzata come taxi a Berlino fino allo scoppio della prima Guerra Mondiale, era un mezzo a quattro ruote, con tre posti, munita di dinamo a pile ricaricabili, 60 km di autonomia e con una velocità massima di 16 Km/h.
METEO E CEMENTO – Sempre nel 1891 nel giardino di casa, su una torretta ancor oggi esistente, impiantò una stazione meteorologica. In un primo momento il sistema si affiancò alla stazione meteo dell’Osservatorio di Udine, dopo il 1914 invece diventò il centro con la strumentazione più avanzata del momento. Una vera passione quella per la meteorologia (ma anche per l’astronomia) tanto da indurlo, dal 1888 e fino alla sua morte, a raccogliere le temperature (minima e massima), le precipitazioni e la direzione del vento. I registri gli sono sopravvissuti, non solo perché sono stati conservati, ma anche perché dopo la sua morte, la famiglia ha continuato a raccogliere e a trascrivere i dati allo stesso modo, aggiornando negli anni gli strumenti che non sono mai stati spostati dai locali della Torre-Osservatorio. Nel contempo Malignani si dedicò anche agli studi sul cemento e si distinse in questo campo sviluppando l’estrazione di marna e la produzione industriale.
Quella di Arturo Malignani è una figura che certamente rappresenta al meglio il Friuli ma che, allo stesso modo, non è forse pienamente riconosciuta nell’interezza del suo genio.